CARDIOCHIRURGIA
Un’infezione del sito chirurgico (SSI = Surgical Site Infection) è un’infezione che si verifica dopo un intervento chirurgico nella parte del corpo che è stata sottoposta a chirurgia.
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato che le SSI minacciano le vite di milioni di pazienti ogni anno e contribuiscono alla diffusione dell'antibiotico-resistenza.
Le SSI appartengono ai tipi di infezione "correlati alla procedura medica" o "correlati ai dispositivi medici". Possono essere causate dalla trasmissione di microrganismi patogeni nello stesso ambiente, tra paziente e paziente e tra pazienti e personale medico.
Il sito chirurgico può infettarsi:
1) Durante l’intervento chirurgico (infezioni intra-operatorie)
Gli interventi di cardiochirurgia vengono prevalentemente eseguiti tramite sternotomia mediana. Le operazioni più frequenti sono:
Bypass coronarici o venoso
Trapianti di cuore
Aneurisma cardiaco
Asportazione dei tumori inter-cardiaci
Angioplastica
Ci sono dieci anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno subito da Errore Medico o Malasanità, in merito al SSI.
Se ritieni di essere stato vittima di un errore medico, ti invitiamo a contattarci.
L’infarto è la morte di una parte del muscolo cardiaco (miocardio), dovuta a un’ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue in un determinato territorio per un certo periodo di tempo.
La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue denominato trombo (massa solida formata da fibrina, piastrine, globuli rossi e globuli bianchi), che va a ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che irrorano il muscolo cardiaco), interrompendo il flusso di sangue e, quindi, l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive da esso veicolati.
Se il coagulo non viene rimosso rapidamente, la zona di miocardio irrorata da quell’arteria muore e si verifica l’infarto. Causa della trombosi è la rottura improvvisa di una placca aterosclerotica, un’alterazione della parete arteriosa dovuta ad un accumulo di grassi, proteine e tessuto fibroso, che si sviluppa lentamente all’interno di una coronaria.
Più raramente, l’infarto può prodursi per dissezione o embolia coronarica, oppure su coronarie sane per spasmo delle coronarie, condizioni di grave anemia, insufficienza respiratoria, grave abbassamento della pressione, aritmie importanti.
L’errore medico più comune relativo all’infarto, è dovuto dalla mancata diagnosi o l’errata diagnosi dello stesso.
Infatti, se l’infarto non viene riconosciuto, l’errore medico lascia la possibilità all’ischemia cardiaca di necrotizzare il cuore, diminuendo radicalmente la possibilità di sopravvivenza o l’eventuale qualità di vita del paziente, a causa della conseguente perdita di alcune funzionalità dell’organo.
Alcuni dei sintomi più comuni relativi all’infarto del miocardio sono:
1)Dolore acuto al petto, che aumenta per intensità e frequenza (angina)
2)Dolore esteso alla spalla e al braccio, fino alla mandibola
3)Dolore alla bocca dello stomaco
4)Nausea e vomito
5)Debolezza e svenimento
6)Fiato corto e oppressione alle vie respiratorie
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